mercoledì 15 dicembre 2021

Trovare qualcuno che ti aspetta all’aeroporto


Saranno più di 2 anni che non parto in aereo, in genere sempre per lavoro e stavolta la prima a Torino, non per i parenti, non per vacanza, ma appunto per fare quello che adesso mi vien meglio. 
Verrà a prendermi Ally, una collega, cantante straordinaria e amica, un’amica per lo più a distanza, lei è di Torino. Secondo me è bellissimo trovare qualcuno in una città X che ha voglia di rivederti e che ti viene a prendere. Non sono una persona con un carattere prevedibile, ho più umori, a volte sono affettuoso, altre non ci sono, sono fatto così, chi mi conosce lo sa, prendere o lasciare, se ci prendiamo però, sarò con te debitore, perché capisco che per avere voglia di starmi ancora appresso sei ad un livello alto, di qualcosa che non mi spiego, ma sei nella mia top list anche se non te lo faccio sempre notare.
Qualche anno fa si riaffacciò l’ombra di uno stress molto pesante, un pò accarezzava il limite della depressione, una sensazione che mi accompagnò silenziosamente per qualche anno circa 20 anni fa, solo che lì non me ne resi conto, arrivò e annientò tutto dalla mia vista, ma non voglio parlare di questo adesso, lo farò in un’altra storia. Quindi qualche anno fa, nel mio umore bussò quella figura nera che avevo già incontrato, solo che in quel momento avvertii la sensazione, la sentii arrivare, mi spaventai un pò, avevo attacchi di pianto improvvisi, collassi di umore, voglia di urlare. Volevo stare solo, ma non dovevo stare solo. La mia fortuna è stata l’obbligo lavorativo, facevo concerti che mi portavano via per un po’ e mi facevano rivedere persone, l’obbligo della socialità in questo caso è stato un bene. Quando sei in uno stato simile hai una sensibilità disarmante, è come non avere la pelle e che qualsiasi cosa può ferirti, è come avere ustioni in tutto il corpo e l’unico modo per non sentire dolore è stare immobile, non respirare. Sei sempre pronto a esplodere. Siccome la prima volta l’ombra nera mi aveva inculato per bene, stavolta sfruttai la sensibilità per esprimere senza paura il mio malessere quando percepivo vicino una persona interessata a me, a volermi bene, glielo dicevo. Tra queste c’è stata Francy, che quando iniziai a parlare con molta naturalezza del fatto che non stessi bene, prima di un concerto in un locale, ricordo che mentre pronunciavo il malessere, i miei occhi iniziarono a gonfiarsi pronti ad esplodere, respirai, trattenni, e mi rilassai. Si preoccupò, cercandomi al telefono e facendomi capire che era lì. 

Un po’ mi odia, ho sempre il mio solito mood ci sono e non ci sono, ma sotto sotto mi vuole sempre un gran bene. Un’altra persona alla quale sento di dover molto di quel momento è stata Mary, siamo lontani anni luce, due mondi diversi, non le dissi molto, ma capì tanto che mi cercò spesso, fino ad invitarmi a casa sua la notte del 24 di dicembre, fu un gesto molto importante. 

Tutto questo per dire che non posso non amare le persone che mi amano "gratis", anche se sono schivo, dimentico di rispondere ai messaggi, pacco gli impegni, rispondo a monosillabi, o “non ti fai mai sentire”, ( io questo non lo posso spiegare), ma così, senza un apparente motivo, sapere che in molte città potrebbe esserci una Ally ad aspettarmi, una Francy o Mary a sostenermi senza pretendere risposte, riduce sicuramente la mia ombra, è lì, non va via , ma lo so e per il momento rimane piccola e va bene così, perché la posso sempre controllare.

Forse qualcosa di buono per meritarmi queste attenzioni l’ho fatta e non posso non ringraziare l'avere molte amiche donne che sono la carezza della vita. Almeno della mia.


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