domenica 28 luglio 2013

Questa stanza non ha più pareti.

A Occidental Park stasera c'era un gruppo di musica salsa. Sono le 20e30 e con Rob ci siamo finiti forse per caso. La piazzetta è quella che descrissi qualche giorno fa. C'è un palco coperto montato per l'occasione, grande quanto un gazebo stile mare, credo abbiate presente quelli che c'erano al Poetto prima che il comune di Cagliari non sapesse come passare il tempo. Sei musicisti sul palco, una pedana quadrata di 40 mq per ballare, a cornice le sedie attorno al perimetro della pista da ballo. Dentro il ring gente che balla salsa, coppie che ridono, sculettano e girano e rigirano sempre su se stesse. 
Io e Robert ci accostiamo a due metri dalla pista, ascoltiamo i musicisti e guardiamo l'allegria. Parte un altro brano, qualcuno cambia compagno. Non mi sono dimenticato dove mi trovo, so benissimo che dietro di me troverò i senza tetto, i pazzi e le persone comuni che li ignorano. Non è una polemica la mia. A volte mi sembra di essere in Tunisia, perchè si avvicinano sempre a chiederti spiccioli e Rob alcune volte neanche risponde, credo per abitudine. Guardo i ballerini nel quadrato che ripartono a ballare. Dalla folla vedo lei, che si dirige verso le sedie con in mano una pila di bicchieri di cartone, le long cup per tè o caffè che si usano qui da tempi immemorabili. Mette i bicchieri accanto al suo zaino da viaggio appoggiato a una sedia. Cerca un compagno per ballare, le coppie sono tutte formate, altri dicono di no. Alla fine ne trova uno, è un uomo, un ragazzo sulla 40ina, sembra pakistano o indiano, come quelli che da noi vendono le rose. I due iniziano a ballare. 
Lei è visibilmente una tossica, uno zombie, una vita che trattiene un'anima. É bionda e nemmeno tanto carina, sulla 40ina credo, ma forse meno, è molto magra, direi anoressica, i vestiti un po' sporchi, si muove con piccoli passi tra la gente come una vecchia... sembra così fragile... mi da l'impressione che si possa spezzare da un momento all'altro. Muove la bocca di continuo, come se masticasse qualcosa, o come i vecchietti quando non hanno denti. Nemmeno lei ne ha più, credo sia un tic.
Robert esclama di andare via: come on! Io rispondo “Wait please”. Lui capisce. Volevo vedermi tutto quel ballo, vivermelo. 
La musica è una salsa veloce, il trombettista spara assoli fantastici in puro stile jazz, che  mischiati alla salsa ti sbattono a terra. La folla che balla si scatena, qualcuno molla addirittura il ballo latino e si da alle coreografie da discoteca  sempre più veloci. In un angolo invece quei due. Che sono lentissimi e fuori tempo. Il cavaliere le tiene una mano facendo girare la dama su se stessa  come normalmente si fa in questi balli. Forse è stato fantastico vedere il contrasto: tutto veloce, tutto caldo ed eccitante, e poi tutto piano, solo loro e sordi. E' lui che segue il passo di lei, quello che lei può fare. Io non sento più la musica salsa della band, forse inizio a sentire solo la loro. Lei ha lo sguardo spento nel nulla, continua a muovere il mento di continuo, continua a girare, piroettare nel vuoto con il suo sguardo vuoto e impassibile. Mi sono chiesto se pensassi davvero se quello sguardo fosse vuoto? No che non lo è. Ammetto che ci ho messo un po' a capire che in quella carcassa c'era ancora voglia di vita. Dammi un po' di vita, dammi un'emozione...come se fosse la vita stessa a chiederlo. Lui è stato favoloso, quando qualche volta lei sbagliava lato, lui molto delicato con una mano nel fianco la guidava lentamente per rimetterla in ordine. La musica finisce, le coppie si lasciano. Anche loro si fermano e si staccano le mani. L'uomo sorride e ringrazia. Lei finalmente
sorride. La vita.

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