domenica 28 luglio 2013

12/07/13. Mind


Oggi era una giornata libera, day off. Completamente dedicata a me.
Mi sveglio con calma, guardo il soffitto con il ventilatore che gira al minimo e mi canticchio il motivetto di Mission Impossible (tududuuuuuuuuu! Tududuuuuuuuuuuu!) e si parte!
Il terzo giorno della mia esistenza in questa città mi feci una lunga camminata e avevo notato una bella piazza. Volevo tornarci con tutta calma, non so perchè, ovviamente la mia mente è sempre piena di pensieri infiniti che si intrecciano e via dicendo.
Arrivo a Pioneer Square dove da lì a poco c'era la mia destinazione: Occidental Park.
Un parco molto suggestivo, oggi la fortuna vuole che sia anche la giornata dei buskers, quindi trovi musicisti che si arrangiano con quel che hanno, un amplificatore a batterie o completamente acustici, insomma, dei veri buskers, una vera cultura per gli States.
Circuisco la piazza con una bella passeggiatina.
La piazza non ha nulla di verde se non degli alberi alti che le fanno da portici a tetto ed è attraversata da una strada da passeggio, ci si può sedere su delle sedie verdi con tavolo allegato, inoltre sono presenti delle statue indiane tipo totem e un'altra che rappresenta il coraggio dei pompieri con il nome di alcune vittime dei vigili del fuoco incise sulla pietra. C'è un campo da bocce, c'è una libreria, due “bar/pub”e una scacchiera gigante per potersi sfidare, tutti i pedoni sono in plastica e sono alti fino a 50/60 cm. Mi siedo lì davanti e mi guardo un po' la partita affascinato come un bambino dalla grandezza dei pedoni. La sfida è tra un ragazzino di 12 anni e un signore di 65.
Dopo un po' attacca il busker con chitarra acustica: armonica e blues.

Non ho ancora parlato di una realtà viva più che mai di questa città e di tutte le metropoli targate USA. I senzatetto.
Forse ho voluto aspettare, forse ho voluto viverla un po' di più per potergli dedicare la giusta attenzione. Quasi chiunque qui potrebbe essere un homeless. Ci sono quelli trasandati e sporchi ma ci sono anche quelli più puliti che non lo diresti mai. Molti sono proprio giovani, altri più anziani. Per molti di loro è stata una scelta. Sembra una protesta e un disagio. Alcuni sono alcolizzati, altri semplicemente chiedono qualche spicciolo per vivere.
Poi ci sono i senzatetto drogati.
Ieri andando al cinema con Robert, nella mia rinomata zona di Seattle, c'è un bel parcheggio coperto, dove di notte è quasi sempre vuoto, vengo attirato da una luce e nel girarmi vedo 5 tossici dentro prepararsi una dose. Ci sono tanti eroinomani, anime perse, molte volte non mi accorgo nemmeno di loro, sono silenziose, aspettano qualcosa, si affacciano per chiedere con cortesia qualche spicciolo e poi tornano nel buio, ma sono così esposti che non ci si accorge più di loro, così tanti da non capire quale sia la realtà, quale sia il senso della vita. Così tanti da diventare triste.

Gli homeless che vincono su tutti sono però quelli schizzofrenici. Tanti, tanti! Un po' l'avrete capito dai racconti precedenti, ogni tanto me ne capita qualcuno. Da quello che so, un manicomio qui li ha lasciati “liberi” e li trovi sempre in giro a parlare da soli, o con te di qualsiasi cosa che ovviamente non capisci perchè priva di senso.
Nella piazza dove mi trovavo ce ne erano parecchi! Bianchi, neri, rossi.
La partita di scacchi è appena iniziata e io sono seduto davanti, a sinistra un altro tavolo con tre persone, due donne e un uomo, a destra dietro la scacchiera un signore seduto che si guarda la sfida. Il busker inizia anche lui la sua canzone. Il signore che stava dietro la scacchiera inizia a battere le mani per poi muoversi tipo hip hop, in modo ridicolo ovviamente. Un homeless non proprio a posto con la testa, non l'avrei mai detto. Alla mia sinistra, nell'altro tavolo dove si trovavano le tre persone una signora bionda urla e applaude, ma non è apposto nemmeno lei. Un ragazzo cammina veloce per la piazza, sembra arrabbiato e parla a voce alta, girato da un lato come se si rivolgesse a qualcuno, non ha auricolari, quindi o sta provando un pezzo rap per un video musicale o ha un amico immaginario. Optiamo per la seconda. Qualche altro se la canta e se la balla in piazza in allegria.
Mi alzo, mi sposto verso il musicista blues per mettergli due dollari e fargli una foto. Cammino ancora lì,intorno, come se fosse la mia piazzetta di fiducia. Davanti a me c'è una ragazza seduta su un gradino, giovane, capelli rossi, lineamenti delicati, ha uno zaino da viaggio con sé, è pulita ed ordinata,sembra molto carina e anche lei parla da sola. Sento urlare e mi giro. Una baruffa tra due vagabondi pazzi che prima ballavano per i fatti loro, il busker si ferma. Uno dei due ha preso la busta dell'altro e ha rovesciato a terra il contenuto, ma non so se volontariamente o per sbaglio (uno dei due è il ballerino hip hop).
Li separano, uno urla parecchio e cerca di avvicinarsi all'altro che non vuole smettere di parlare. Ancora qualche urlo! E tutti ci godiamo lo spettacolo.
E' lo show di due pazzi che se le danno e che poi si urlano addosso come due bambini, ma di 50 anni: “ mi hai rovesciato la busta e adesso mi raccogli tutto! Adesso! Now!NOW!!!!” “No, non ti raccolgo nulla!”. Si allontanano.
Il pazzo della busta inizia a raccogliere le sue cose, devono essere molto importanti per lui. Anche se sono pezzi di carta, pezzi di bustine delle patatine, una cannuccia rossa, altra plastica colorata, altra carta. Forse cose inutili ai miei occhi. Forse tutto quello che lui ha, forse quelle cose appartengono a qualcuno che conosce, forse anche io tra le mie cose più costose ho tanta roba veramente inutile. Forse sarebbe bello avere un oggetto solo delle persone alla quale tengo per riempirmi il cuore e nient'altro. Appena finisce di raccogliere la sua “spazzatura” l'altro della baruffa si avvicina, gli porge la mano e si abbracciano. Come due bambini, ma di 50 anni.
Ho capito perchè questa piazza mi è piaciuta, qualcosa mi ha riportato qui. E' viva, libera, c'è tanta pazzia, c'è tanto amore, c'è tanta comunione. E io ho tanta tristezza per quello che ho visto. E piango. Trattengo. Ho solo occhi lucidi che vorrebbero esplodere e penso alla loro mente che è come una gabbia dove non si può uscire. O un labirinto dove non c'è uscita e non lo sai, ma vaghi all'infinito, non ti stanchi nemmeno di cercare. Vai, anche se da quella parte sei già passato. Vai per sempre all'infinito. Vaghi per sempre.

Sono partito con il mio motivetto tutto bello carico. Così è, sono più pulito.



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